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Meditazione: la strada per tornare a casa. Come praticare il ricordo di sè.

da | 17 Gen 2018 | Gruppi di crescita

Il risultato succede: succede necessariamente. Ma succede sempre indirettamente.

Perciò non preoccupatevi del risultato. Preoccupatevi della tecnica.

Fatela nel modo più totale possibile e dimenticatevi del risultato. Dovete essere totalmente nell’atto.

Quanto più siete nell’atto, tanto prima si verifica il risultato. Ma è sempre indiretto.

Non c’è alcuna tecnica diretta per gli avvenimenti spirituali. OSHO, Il Libro dei Segreti

Come dicevo nell’articolo “Perché NON devi imparare a meditare: un passo indietro.” il problema legato alla meditazione non è mai se la sai fare o no. La difficoltà sta nel ricordarti come la facevi, quando eri ancora in contatto con il tuo Sè, con la tua anima.

 

In questo articolo ti spiego come tornare, attraverso una tecnica di meditazione da fare ogni volta che hai voglia di trascorrere un po’ di tempo in compagnia di te stesso.

 

Come praticare il ricordo di sè

Trova una posizione comoda, slaccia gli abiti stretti, stacca il cellulare e tutto ciò che ti può disturbare (all’inizio è indispensabile) e, ad occhi chiusi, inizia ad osservarti da dentro.

Per comodità parti dalla testa e scendi fino ai piedi.

NON cercare di modificare nulla di ciò che trovi nella tua osservazione: limitati solo ad osservarlo.

Porta l’attenzione al tuo respiro, al petto che si alza e si abbassa, alla pancia, al bacino e ad ogni parte di te che richiama la tua attenzione. Ascolta il battito del tuo cuore.

Così, semplicemente, senza forzare nulla.

Se rilevi SENSAZIONI spiacevoli, non cercare di mandarle via: osservale senza giudizio (spesso, togliendo il giudizio – che ti potrebbe dire che quella cosa lì è sbagliata, brutta, che non dovrebbe esserci – sparisce anche il fastidio!).

Se senti delle EMOZIONI, prova ad osservarle come se fossero colori, forme, sostanze. Permettiti di esprimerle totalmente: piangi, ridi, falle uscire! Anche se ti sembra stupido o inopportuno o infantile, e quando avranno esaurito la loro energia, potrai lasciarle andare.

Se durante la tua esplorazione compaiono dei PENSIERI sotto forma di “interferenze mentali” (tipo: cavolo mi sono dimenticato di pagare la bolletta!) è assolutamente normale. All’inizio succede di frequente, non cercare di evitarlo. Ma se riesci ad osservare di cosa sono fatti, puoi limitarti a lasciarli cadere.

I frutti della mente sono come le nuvole nel cielo: se non ti fai agganciare, puoi guardarle e lasciarle correre come se tu fossi sdraiato sopra ad un prato.

Se ti perdi in un qualsiasi punto, non c’è problema. Appena te ne accorgi, torna dove eri rimasto, torna a te.

E nel momento in cui ti accorgi di essere TU ad osservare tutto questo, ti rendi anche conto di essere da un’altra parte.

Sei lì, seduto in silenzio, dentro di te, ad osservare…

Prova questo esercizio ogni sera prima di addormentarti, o quando hai un momento per te.

L’esercizio NON E’ la meditazione, ma solo una tecnica, un trucco per reimparare a meditare.

Dopo qualche tempo noterai che sarai sempre più facilmente identificato con l’osservatore, con il testimone.

Questo ti permetterà mantenere una giusta distanza dalle situazioni della vita quotidiana che ti provocano stress, permettendoti di guardare alle cose da una prospettiva diversa. Con questa chiarezza potrai scegliere soluzioni alternative, strade diverse, diventando sempre più presente a te stesso, ai tuoi bisogni, alla tua verità.

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